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Guido Festinese sulle pagine di Alias del Manifesto
"..(quel che conta è) la saggezza da parte di un musicista che abbraccia un violino e che ha attraversato i più diversi mari musicali nel dare corpo, profumo, consistenza a note mimetiche ma non didascaliche che si devono accompagnare a sorsi lenti, meditati".
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Vittorio Formenti su Mescalina
"L'artista realizza un fatto espressivo di rara efficacia per l’insieme di colori e sfumature, evidentemente frutto di un’autentica esperienza vissuta oltre che a una chiara sapienza compositiva.."
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Giancarlo Passarella su Musicalnews
"(In "Rohesia Violinorchestra") c'è tanta melodia che ti avvolge, perché semplice, istintiva, primordiale: ma c’è anche tanto coraggio compositivo, dove il rosé ed il rosso di un vino diventano chiaroscuri su cui il violino di Francesco Del Prete ama proporre per poi nascondersi.."
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Lucio Vecchio su OffTopic
"Chi abbia un minimo di dimestichezza con il nettare di Bacco saprà che quando si degusta un vino vengono attivati tutti e cinque i sensi. Diciamocelo chiaramente però, l’udito è il senso meno sollecitato, tanto che si arriva a dire che al vino manca soltanto la parola. Da questa constatazione prende le mosse Rohesia Violinorchestra ... Qui entra in ballo il violino, per tradizione legato al passato e alle grandi orchestre, che invece grazie all’utilizzo di loop, elettronica e nuove tecnologie diventa uno specchio dei tempi moderni, quando tradizione e innovazione si incontrano. L’espressività di questo strumento, in un disco che alterna momenti struggenti e melodici ad altri più brillanti e dinamici, diventa così mezzo per raccontare storie e per accostare il mondo della tradizione culinaria ad una musica innovativa che tuttavia non dimentica le proprie radici".
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Amedeo Furfaro per A Proposito di Jazz
"Amalgamando pizzica e swing, elettronica ed echi mediterranei, a seconda del carattere e delle caratteristiche, non solo organolettiche, del vino da “sonorizzare”, Del Prete ha generato un prodotto originale che oltretutto fornisce un esempio di come la musica possa essere alleata di un’economia resa “circolare”. Da un disco".
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Gionata Prinzo su L'Isola che non c'era
"Nell’ipotetico “lato A” dell’album abbiamo quindi i 5 brani, ricchi di archi che si avvicendano e si rincorrono in varie soluzioni armoniche e melodiche, che tuttavia non scadono mai nell’esercizio di stile o nello sfoggio di bravura, con la chiara intenzione di far emergere la qualità artistica dell’opera".
"...Nel “lato B” abbiamo la riproposizione dei brani, riarrangiati con altri strumenti...gli archi adottano soluzioni alternative per accompagnare i loro ospiti speciali, ottenendo così un riarrangiamento sagace e ben pensato delle stesse idee musicali della prima parte. Anche questo può definirsi un esperimento inconsueto, non essendo una pratica diffusissima, e anche questo è altrettanto riuscito: la riproposizione delle stesse musiche in versioni diverse, oltre ad arricchire l’opera di altri strumenti, fa come “riaccendere” la mente e apprezzare ancora di più il contenuto.
Si tratta di un album orchestrale e classico, ma sorprendentemente proiettato nella modernità, in cui è possibile trovare melodia, ricercatezza armonica, effettistica, bei bassi e tanti strumenti ben suonati. L’appassionato di musica “colta” troverà sicuramente pane per i suoi denti".
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Alessandro Nobis per ildiapasonblog.wordpress.com
"Un disco che come il precedente “Cor Cordis” del 2021 conferma il talento compositivo e di arrangiatore di Francesco Del Prete, abile alchimista che mutua diversi idiomi come la classica, il jazz e la tradizione creandone uno nuovo, personale ed interessante. Da ascoltare, al di là della vostra passione per il vino..."
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Giancarlo De Chirico su ExtraMusicMagazine
“ROHESIA VIOLINORCHESTRA mette insieme passaggi musicali di rara bellezza e l’elogio al vino"
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Stefano Ferrarese su MentinFuga
"Non credo di essere originale affermando che quasi tutto il patrimonio musicale che conosciamo, almeno quello di produzione Occidentale, nasce dal connubio tra un’idea che il compositore custodisce forse da tempo e quello che potremmo definire l’”evento” scatenante – a volte appena intuito – che riesce a legare i due momenti. Se quindi seguiamo questa impostazione, non è difficile dire che Francesco Del Prete con il suo album Rohesia Violinorchestra è riuscito, con classe raffinata, a saldare le due estremità".